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Licenziamento per ragioni economiche

Licenziamento legittimo anche se è finalizzato all’incremento dei profitti

Corte di Cassazione, Sez. Lav.

Un lavoratore licenziato per giustificato motivo oggettivo ricorreva in Cassazione sostenendo che il Giudice di merito avesse travisato la causa del suo licenziamento avendola individuata nel fallimento dell’impresa anziché nell’obiettivo di incrementare la redditività, perseguibile unicamente attraverso la riduzione del costo del lavoro.
La Suprema Corte ha tuttavia confermato la legittimità del licenziamento, evidenziandone tre aspetti rilevanti. In primo luogo, la perizia svolta aveva accertato l’effettiva sussistenza di una crisi aziendale. Inoltre, la datrice aveva rispettato i criteri di buona fede e correttezza nella scelta dei lavoratori da licenziare. Infine, dopo un anno dal licenziamento, la società aveva assunto solo 3 lavoratori con contratto a tempo determinato in sostituzione di una lavoratrice dimissionaria.
La Suprema Corte ha ribadito, inoltre, che il licenziamento sarebbe stato ugualmente legittimo anche nel caso in cui la datrice avesse avuto come obiettivo l’incremento della redditività dell’impresa poiché è sufficiente che la società dimostri che la soppressione di una certa posizione lavorativa comporti una modifica all’organizzazione dell’impresa.

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