Corte di Cassazione, Sez. Pen.
La Cassazione ha affermato che costituiscono indici idonei a provare il reato di caporalato:
• la durata oraria della prestazione;
• la retribuzione ridotta;
• la decurtazione di parte del compenso quale corrispettivo per l’obbligo di pagare il trasporto per essere accompagnati sul posto di lavoro;
• la mancanza di dotazioni di sicurezza;
• il mancato svolgimento di corsi di formazione;
• la mancata fruizione di un giorno di riposo settimanale.
Nel caso di cittadino extracomunitario, infatti, la mera condizione di irregolarità amministrativa, accompagnata da situazione di disagio, non è sufficiente ad integrare il reato in esame.
Questo è infatti caratterizzato dallo sfruttamento del lavoratore, che può essere evinto in via alternativa da:
• elementi contrattuali retributivi o normativi del rapporto di lavoro;
• violazione delle norme in materia di sicurezza e di igiene sul lavoro;
• sottoposizione a umilianti o degradanti condizioni di lavoro e di alloggio.
Iscritto all'Albo degli Avvocati presso l'Ordine degli Avvocati di Milano, all'Albo Speciale degli avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione e alle Altre Giurisdizioni Superiori, alla Associazione AGI – Avvocati Giuslavoristi Italiani e al network internazionale EELA – European Employment Lawyers Association, ha lavorato in alcuni tra i più importanti studi legali milanesi per poi intraprendere un percorso professionale autonomo, senza mai trascurare l’aggiornamento e la formazione. La continua innovazione dell’ordinamento giuridico che rende imprescindibile il costante aggiornamento è di sprone per individuare modalità sempre più efficienti per servire i clienti e anticiparne le esigenze. Per questo motivo, oltre che per passione personale, l'avvocato Vincenzo Fabrizio Giglio coltiva la propria attività di ricerca e pubblicazione scientifica, necessaria per offrire al cliente il miglior servizio.
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