Tribunale di Milano
Una lavoratrice veniva licenziata per giusta causa per avere intrattenuto con alcune colleghe, via whatsapp, «conversazioni gravemente lesive del patrimonio e dell'attività aziendale» per il tramite di uno smartphone aziendale. La società aveva recuperato tali conversazioni facendo il backup dello smartphone aziendale in uso a una delle colleghe. Il Tribunale di Milano ha chiarito che, poiché nel caso di specie l'applicazione whatsapp non è funzionale all'esercizio della prestazione lavorativa, il datore di lavoro non può utilizzare le informazioni acquisite a fini disciplinari e ad ogni altro fine connesso al rapporto di lavoro. Per tali ragioni, il Tribunale ha dichiarato il licenziamento della lavoratrice illegittimo.Se whatsapp non è funzionale alla prestazione lavorativa il datore di lavoro non può utilizzare la chat per sanzionare il lavoratore
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