Tribunale di Pavia
Il tempo necessario per indossare e dismettere la divisa da lavoro rientra nell'orario di lavoro e deve essere retribuito (solo) se è etero-diretto dal datore di lavoro. Tale etero-direzione può evincersi anche dalla sussistenza di un regolamento aziendale che descrive le modalità con cui devono avvenire la vestizione e la svestizione. Nel caso di specie, una società farmaceutica aveva procedimentalizzato in un apposito regolamento le attività di vestizione e svestizione dei propri dipendenti. Secondo tale regolamento, i lavoratori «fatto accesso allo stabilimento con i [propri] indumenti personali, [dovevano entrare] in uno spogliatoio “sporco” dove dismett[ere] [gli] abiti da libera circolazione, per poi transitare, con indosso solo biancheria intima e ciabatte, in un altro spogliatoio, dove indossa[re] gli abiti da lavoro». Alla fine della giornata di lavoro, i lavoratori dovevano svolgere il medesimo procedimento all'inverso. Il Tribunale ha ritenuto che il «tempo-tuta» dei lavoratori fosse etero-diretto, che dovesse essere considerato orario di lavoro ed essere quindi retribuito.Se il «tempo-tuta» è procedimentalizzato in un regolamento aziendale va retribuito
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