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Pari opportunità - Discriminazione

La discriminazione di genere può essere indiretta e va verificata anche su basi statistiche

By 29 Luglio 2021No Comments

Corte di Cassazione, Sez. Lav.

Una dipendente dell’Agenzia delle Entrate agiva in giudizio per accertare la discriminazione indiretta di genere nella progressione economica. Il bando interno prevedeva l’attribuzione di un punteggio superiore legato all’anzianità di servizio, ridotto in proporzione per i periodi di part-time. Secondo la lavoratrice, la maggioranza dei lavoratori part time erano donne. In ciò risiedeva, a suo dire, la discriminazione.
La Corte di merito ha respinto la pretesa della lavoratrice poiché il criterio di riproporzionamento si applicava a tutti i lavoratori part-time e non solo alle donne. La Cassazione ha poi precisato che la discriminazione indiretta per genere sussiste quando una norma o atto apparentemente neutri mettono o possono mettere i lavoratori di un determinato sesso in una posizione di particolare svantaggio rispetto ai lavoratori di altro sesso. L’esistenza di detta posizione di svantaggio può essere dimostrata anche provando che una disposizione colpisce in misura significativamente maggiore le persone di un determinato sesso. Al fine di verificare una discriminazione indiretta, prosegue la Corte, il giudice può far ricorso a dati statistici.
La Suprema Corte ha pertanto disposto il riesame del caso, invitando il Giudice di merito a verificare se i dipendenti part-time colpiti dal criterio di selezione siano effettivamente costituti in percentuale significativamente prevalente da donne.

Da oltre vent’anni l'avvocato Vincenzo Fabrizio Giglio esercita la professione di avvocato occupandosi esclusivamente di Diritto del Lavoro e delle relazioni sindacali e industriali.
Iscritto all'Albo degli Avvocati presso l'Ordine degli Avvocati di Milano, all'Albo Speciale degli avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione e alle Altre Giurisdizioni Superiori, alla Associazione AGI – Avvocati Giuslavoristi Italiani e al network internazionale EELA – European Employment Lawyers Association, ha lavorato in alcuni tra i più importanti studi legali milanesi per poi intraprendere un percorso professionale autonomo, senza mai trascurare l’aggiornamento e la formazione. La continua innovazione dell’ordinamento giuridico che rende imprescindibile il costante aggiornamento è di sprone per individuare modalità sempre più efficienti per servire i clienti e anticiparne le esigenze. Per questo motivo, oltre che per passione personale, l'avvocato Vincenzo Fabrizio Giglio coltiva la propria attività di ricerca e pubblicazione scientifica, necessaria per offrire al cliente il miglior servizio.
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