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Whistleblowing

Il whistleblower non è esente da responsabilità per gli illeciti commessi

Corte di Cassazione, Sez. Lav

Una lavoratrice dipendente prestava la propria attività presso una società differente dalla datrice per circa otto anni senza essere stata autorizzata. La datrice, una volta accertata tale condotta, la sanzionava con la sospensione per quattro mesi. La dipendente impugnava tale sanzione invocando a protezione la normativa sul whistleblowing poiché ella aveva denunciato nel corso degli anni condotte analoghe poste in essere da colleghi.
La Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi sulla vicenda, ha chiarito che la normativa di tutela del dipendente che segnali illeciti altrui (c.d. «whistleblowing») protegge il medesimo dalle sanzioni che potrebbero derivare da norme disciplinari o da reazioni ritorsive dirette ed indirette conseguenti alla sua denuncia. Essa, tuttavia, non costituisce un’esimente per gli autonomi illeciti che egli, da solo o con altri responsabili, abbia commesso.
La domanda della lavoratrice è stata, pertanto, rigettata.

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