Corte di Cassazione, Sez. Lav
Alcuni dipendenti di una società operante nel settore della costruzione e della manutenzione di reti elettriche adivano l’autorità giudiziaria per chiedere la condanna della datrice al pagamento del danno biologico conseguente all’esercizio dell’attività lavorativa in assenza delle necessarie condizioni di sicurezza.
Il Tribunale rigettava la domanda sostenendo che i lavoratori, sui quali ricadeva il relativo onere, non avevano provato la sussistenza di specifiche omissioni datoriali nella predisposizione delle misure di sicurezza richieste dalle lavorazioni svolte.
La Suprema Corte, invece, ha ribadito l’orientamento secondo cui il lavoratore che lamenti di aver subito un danno alla salute nell’esercizio delle proprie mansioni lavorative è tenuto esclusivamente a provare:
• l’esistenza del danno;
• la nocività dell’ambiente di lavoro;
• il nesso causale esistente tra danno ed ambiente nocivo.
Quando il lavoratore ha fornito tale prova, il datore ha l’onere di dimostrare di aver adottato tutte le cautele necessarie ad evitare il verificarsi del danno.
