Tribunale di Fermo
Come noto, l’atteggiamento o le dichiarazioni denigratorie o ingiuriose verso il proprio datore di lavoro o i suoi dirigenti possono condurre a sanzioni disciplinari e finanche al licenziamento. Ciò è vero anche nel caso in cui tali manifestazioni del pensiero siano affidate ai nuovi strumenti di comunicazione, tra cui Whatsapp.
Nel caso esaminato, un lavoratore manifestava un atteggiamento ostile verso la propria azienda scrivendone copiosamente alla moglie dell’amministratore unico.
Nella causa che è scaturita dal conseguente licenziamento, i messaggi Whatsapp sono stati ritenuti prove documentali producibili in giudizio anche quando il datore di lavoro non è tra i destinatari della chat. Condizione è l’acquisizione lecita della chat che può avvenire se uno dei partecipanti la comunica all’interessato. In questo caso, dunque, l’interesse di causa prevale sulla privacy del diretto interessato.
Iscritto all'Albo degli Avvocati presso l'Ordine degli Avvocati di Milano, all'Albo Speciale degli avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione e alle Altre Giurisdizioni Superiori, alla Associazione AGI – Avvocati Giuslavoristi Italiani e al network internazionale EELA – European Employment Lawyers Association, ha lavorato in alcuni tra i più importanti studi legali milanesi per poi intraprendere un percorso professionale autonomo, senza mai trascurare l’aggiornamento e la formazione. La continua innovazione dell’ordinamento giuridico che rende imprescindibile il costante aggiornamento è di sprone per individuare modalità sempre più efficienti per servire i clienti e anticiparne le esigenze. Per questo motivo, oltre che per passione personale, l'avvocato Vincenzo Fabrizio Giglio coltiva la propria attività di ricerca e pubblicazione scientifica, necessaria per offrire al cliente il miglior servizio.
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