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Malattia e infortunio

Infarto provocato dalle condizioni di lavoro: è risarcibile anche il danno morale

Corte di Cassazione, Sez. Lav.

Un lavoratore, autista di azienda di trasporti, subiva un infarto e, di conseguenza, tre interventi chirurgici; all’esito, il lavoratore risultava inidoneo alle mansioni originarie e veniva pertanto licenziato, dopo un breve periodo trascorso svolgendo mansioni di ufficio. Il lavoratore agiva in giudizio formulando ampie pretese risarcitorie.
La Corte d’Appello, riformando la sentenza di primo grado, riconosceva il diritto del lavoratore al risarcimento del danno differenziale da patologia professionale, da cui detrarre l’importo indennizzabile dall’INAIL. Inoltre, considerando le pesanti condizioni di lavoro, riteneva sussistente una responsabilità del datore di lavoro che veniva condannato alla liquidazione del danno biologico.
La Corte di Cassazione, confermate le ragioni del lavoratore, gli ha altresì riconosciuto il diritto al risarcimento anche del c.d. «danno morale». Secondo la Suprema Corte, infatti, l’autista infartuato aveva indubbiamente provato sofferenze, paure e turbamenti dal punto di vista morale: tre interventi per il bypass e l’inidoneità a qualsiasi mansione lavorativa nella propria azienda. In sintesi, essendo presenti compromissioni sia biologiche, sia relazionali, sia morali, tali aspetti devono tutti essere considerati nella liquidazione del danno non patrimoniale.

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