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Riservatezza e privacy

In caso di investigazioni, il lavoratore ha diritto ad avere accesso ai propri dati

Garante Privacy

Un lavoratore era stato licenziato a conclusione di un provvedimento disciplinare in cui gli erano stati contestati alcuni illeciti extra lavorativi accertati da un’agenzia investigativa incaricata dal datore di lavoro. In particolare, il lavoratore, in sede di procedimento disciplinare, aveva chiesto di avere accesso ai dati raccolti dall’agenzia investigativa (quali fotografie, rilevazioni Gps, persone e situazioni specifiche) per consentirgli un’adeguata difesa. Tuttavia, il datore di lavoro negava tale accesso.
Il lavoratore, dunque presentava reclamo al Garante della Privacy.
L’Autorità ha dato ragione al lavoratore, ritenendo che le richieste di accesso ai dati formulate dal reclamante erano legittime e la condotta della società non era conforme al principio di correttezza del trattamento, in quanto il titolare non ha indicato la specifica origine dei dati utilizzati per la contestazione disciplinare, i cui contenuti avrebbero dovuto essere portati a conoscenza del lavoratore dopo la loro raccolta da parte dell’agenzia di investigazione.
Conseguentemente, il trattamento di tali dati personali è risultato illecito ed il Garante ha irrogato alla società una severa sanzione amministrativa.

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