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Riservatezza e privacy

Il lavoratore ha diritto di accedere ai dati sulla propria geolocalizzazione per verificare la busta paga

Garante Privacy

Tre lavoratori dipendenti di una società incaricata della lettura dei contatori di gas, luce e acqua, domandavano alla datrice di avere i dati utilizzati per elaborare i rimborsi chilometrici e la retribuzione al fine di verificarne gli importi. In particolare chiedevano di poter conoscere i dati raccolti attraverso lo smartphone fornito dalla società, sul quale era installato un sistema di geolocalizzazione che consentiva ai lavoratori di individuare l’esatto posizionamento dei contatori e il tragitto per raggiungerli.
A seguito di risposte poco esaustive, i lavorati si rivolgevano al Garante della Privacy. L’Autorità ha accertato che la società non ha fornito in modo completo quanto richiesto attraverso le istanze dei lavoratori nonostante la chiarezza e l’analiticità delle stesse.
La società, infatti, nei limiti dei dati conservati, avrebbe dovuto fornire ai reclamanti i dati relativi alle specifiche rilevazioni/coordinate geografiche effettuate con il GPS dello smartphone attivato dai lavoratori in prossimità del contatore per la lettura del medesimo. In proposito, il Garante ha ribadito che il diritto riconosciuto all’interessato di accedere ai propri dati oggetto di trattamento non può ritenersi soddisfatto attraverso il mero rinvio a quanto contenuto nell’informativa sul trattamento dei dati, senza alcun riferimento al trattamento effettuato in concreto, come era stato invece fatto dalla società.
All’esito, la Società è stata condannata al pagamento di una sanzione pecuniaria pari a Euro 20.000,00.

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