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Licenziamento per giusta causa

Legittimo il licenziamento del lavoratore condannato per violenza sessuale

Corte di Cassazione, Sez. Lav

Un lavoratore, veniva licenziato a seguito di condanna per violenza sessuale nei confronti di un minore.
Il dipendente agiva in giudizio ritenendo illegittimo il licenziamento irrogato.
La Suprema Corte ha rigettato la richiesta del lavoratore, precisando che, la sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso trova applicazione nel caso di condanna passata in giudicato per condotta commessa non in connessione con lo svolgimento del rapporto di lavoro, quando i fatti costituenti reato possano comunque assumere rilievo ai fini della lesione del rapporto fiduciario, e quindi è necessario valutare la gravità del fatto costituente reato per come accertato e valutato in sede penale, e con efficacia di giudicato, senza che a tal fine rilevino altri elementi di contorno esterni, quale ad esempio il tempo trascorso e l’unicità dell’episodio contestato al lavoratore. Una violenza sessuale ai danni di una minore di età, in qualsiasi contesto sia commessa, è secondo uno standard socialmente condiviso una condotta che per quanto di per sé estranea al rapporto di lavoro è idonea a ledere il vincolo fiduciario a prescindere dal contesto in cui la stessa è stata commessa e dal tempo trascorso dal fatto, a maggior ragione ove l’attività lavorativa svolta ponga il lavoratore a diretto contatto col pubblico.

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