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Licenziamento per giusta causa

La contestazione disciplinare tardiva rende il licenziamento illegittimo (ma non necessariamente) per addebito insussistente

Corte di Cassazione, Sez. Lav.

Un lavoratore dipendente di una banca aveva consapevolmente disatteso alcune procedure interne e di conseguenza veniva licenziato per giusta causa. Il lavoratore impugnava il licenziamento sostenendo l’intempestività della contestazione disciplinare poiché era intervenuta a distanza di sei mesi dalla data in cui il fatto era stato accertato. Egli quindi chiedeva che fosse dichiarata l’illegittimità del licenziamento e di essere reintegrato nel posto di lavoro.
La Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi sulla vicenda, ha ribadito che il principio dell’immediatezza della contestazione disciplinare non consente al datore di lavoro di procrastinare la contestazione medesima. Tuttavia, i Giudici di legittimità hanno precisato che, anche se il fatto tardivamente contestato comporta l’illegittimità del licenziamento, ciò non implica che l’addebito sia insussistente.
Poiché la reintegra si applica solo nell’ipotesi in cui il fatto sia insussistente, la Suprema Corte, nell’accogliere parzialmente la domanda del lavoratore, ha confermato l’applicazione della tutela indennitaria al caso in esame.
La sentenza innova rispetto a precedenti orientamenti.

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