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Licenziamento per giusta causa

L’invio di una e-mail ad una pluralità di colleghi, incluso il destinatario dell’offesa contenuta nel messaggio, integra il reato di diffamazione

Corte di Cassazione, Sez. Pen.

Un lavoratore offendeva la reputazione di un collega durante una conversazione via e-mail con più persone tra cui il collega stesso. Egli quindi veniva riconosciuto colpevole di diffamazione e condannato. Il dipendente impugnava tale decisione.
La Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi sulla vicenda, ha ribadito il principio secondo cui l’invio di una «e-mail» dal contenuto offensivo ad una pluralità di destinatari integra il reato di diffamazione anche nel caso in cui tra questi vi sia l’offeso.
È diversa invece l’ipotesi in cui l’offesa nel corso di una riunione «a distanza» (o «da remoto»), tra più persone contestualmente collegate, alla quale partecipa anche l’offeso: in tal caso ricorrerà l’ipotesi della ingiuria commessa alla presenza di più persone che costituisce un reato depenalizzato.
Alla luce di quanto sopra, la domanda del lavoratore è stata rigettata.

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