Skip to main content

La Riforma Cartabia e le cause di lavoro 

Il Decreto Legislativo 10 ottobre 2022 n. 149 (Riforma Cartabia) ha riformato la giustizia civile e penale, con il proposito di garantire un miglior sistema giudiziario. 

La riforma ha riguardato anche le controversie di lavoro per la cui spedita risoluzione (o meglio: per evitare del tutto il ricorso al Giudice) ha previsto la possibilità di ricorrere alla negoziazione assistita e introdotto importanti novità che vorrebbero rendere più efficiente il processo del lavoro, già di suo ispirato ai principi di rapidità, oralità e concentrazione delle attività processuali.  

Alcune novità riguardano tutti i processi civili e quindi anche i processi del lavoro, altre sono state introdotte per il solo processo del lavoro. 

Leggi anche questo articolo dedicato alla Riforma Cartabia e alle cause di Lavoro: “Riforma Cartabia: Negoziazione assistita anche per le controversie di lavoro.” 

 

Udienze “da remoto” o con note scritte anche per il processo del lavoro 

Un primo elemento di novità che coinvolge tutti i processi civili, instaurati alla data del 1° gennaio 2023, è la possibilità di svolgere le udienze in collegamento “da remoto” o di sostituirle con il deposito di note scritte, a determinate condizioni (nuovo articolo 127 del codice di procedura civile, e articoli 127-bis e 127-ter).  

Tuttavia, trattare le cause di lavoro con “note scritte” ha sollevato non poche perplessità tra gli addetti ai lavori, perché la trattazione scritta mal si concilia con il principio di oralità del processo del lavoro. Non tutti gli interpreti, a dire il vero, concordano con la applicabilità di tali disposizioni generali alla specificità del rito del lavoro. 

 

Il nuovo procedimento di rinvio pregiudiziale alla Corte di Cassazione 

Altra novità importante prevista per il processo civile in generale – e quindi anche le controversie di lavoro – è la possibilità per il Giudice di ricorrere alla Corte di Cassazione per risolvere una questione “pregiudiziale” cioè che deve essere risolta prima di risolvere altre questioni dibattute in causa. 

Dal 1° gennaio 2023, anche ai giudizi civili in corso a questa data, si applica, infatti, il nuovo articolo 363-bis del Codice di procedura civile che indica come pregiudiziale: 

  1. la questione che la Cassazione non ha ancora risolto, ma che è necessario risolvere per definire, anche in modo parziale, il giudizio; 
  2. la questione che presenta gravi difficoltà di interpretazione; 
  3. la questione che potrebbe riproporsi in numerosi giudizi. 

Il principio di diritto espresso dalla Suprema Corte sarà vincolante nel giudizio in cui è stata posta la questione risolta dalla Corte. 

Si tratta di un’innovazione importante che potrà concorrere a dare maggior certezza a dubbi interpretativi, potenzialmente anticipando di anni quello che era il normale intervento chiarificatore della Cassazione. 

 

Le principali novità introdotte per il solo processo del lavoro 

Le novità processuali più rilevanti introdotte per le sole controversie di lavoro sono quelle che riguardano 

  • Il licenziamento del lavoratore;
  • la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro;
  • la nullità del licenziamento “discriminatorio”;
  • il licenziamento dei soci della cooperativa. 

Abrogazione del “Rito Fornero” 

Il “rito Fornero” non si applica più. Il “rito Fornero” era stato introdotto per definire, in modo rapido, le controversie sui licenziamenti dei dipendenti assunti da aziende medio-grandi, ovvero con più di 15 dipendenti nello stesso comune o con più di 60 dipendenti in tutto il territorio nazionale. 

La Riforma Cartabia ha (finalmente) eliminato questo rito speciale. A tutti i giudizi in cui si contesti un licenziamento e che siano iniziati dal 28 febbraio 2023, si applica ora il rito ordinario previsto dagli articoli 414 e ss. del Codice di procedura civile, a prescindere dalle dimensioni della azienda presso cui il dipendente licenziato ha svolto il lavoro.  

Le cause di reintegrazione hanno la priorità 

Anche se ha eliminato il “rito Fornero”, la Riforma Cartabia ha introdotto, con il nuovo articolo 441-bis codice di procedura civile, un rito speciale, più celere e concentrato, per trattare le cause in cui il lavoratore abbia chiesto di essere reintegrato nel posto di lavoro. Egli può ora chiedere al giudice di accertare la natura del suo rapporto di lavoro. In particolare, per ottenere la reintegrazione, può chiedere di qualificare il rapporto come subordinato, nel caso in cui sia stato qualificato in modo diverso o non sia stato formalizzato.  

Il Giudice può ridurre i termini del procedimento sino alla metà ed è tenuto a trattare con priorità, in determinati giorni, i giudizi in cui si discute di reintegrazione, con udienze non lontane tra loro nel tempo. 

Stessi principi anche per i giudizi di appello e di cassazione. 

Licenziamenti discriminatori 

Ai giudizi iniziati dal 28 febbraio 2023 è applicabile l’articolo 441 quater del Codice di procedura civile che consente al lavoratore di avvalersi di riti speciali già previsti dalla legge (articolo 38 del Decreto Legislativo 11 aprile 2006 n. 198 e articolo 28 del Decreto Legislativo 1° settembre 2011 n. 150) per far dichiarare nullo il proprio licenziamento, in quanto discriminatorio. Questo se ne ricorrono i presupposti di legge. 

Il licenziamento discriminatorio è quel licenziamento che, a prescindere dal motivo addotto dal datore di lavoro, viene in realtà intimato per motivi di “genere”, razziali, etnici, linguistici, nazionali, di provenienza geografica, di convinzioni personali (ad esempio, religiose o politiche), di disabilità, età o orientamento sessuale. 

Licenziamenti dei soci delle cooperative 

Altra novità riguarda l’introduzione dell’articolo 441-ter del Codice di procedura civile dedicato al “Licenziamento del socio della cooperativa”. La norma prevede che, alle controversie che riguardano i licenziamenti dei soci delle cooperative, si applicano le norme previste per il rito del lavoro. 

Non è dato per ora sapere quali effetti avranno le novità introdotte dalla Riforma e se realizzeranno le finalità che essa si propone. Molto dipenderà anche dalla organizzazione degli Uffici giudiziari.  

Al di là di alcune innovazioni che potranno forse risultare utili, il rito del lavoro – se ben utilizzato – è per sua struttura un processo estremamente agile e idoneo a condurre alla decisione di una controversia in tempi assolutamente rispettabili, come accadeva già normalmente in alcuni Tribunali italiani. 

Translate